http://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&feed=atom&action=historyI limiti dell' EQ - Cronologia2024-03-28T21:11:02ZCronologia della pagina su questo sitoMediaWiki 1.26.2http://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2891&oldid=prevAdministrator: /* L'equalizzazione aiuta oppure no? */2023-09-15T20:51:42Z<p><span dir="auto"><span class="autocomment">L'equalizzazione aiuta oppure no?</span></span></p>
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</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l71" >Riga 71:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 71:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Considerando tutte le limitazioni che abbiamo scoperto oltre ai problemi legati alla fase non-minima, ci potremmo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali nella risposta. Ciò significa che saremo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non <del class="diffchange diffchange-inline">c’era </del>niente che <del class="diffchange diffchange-inline">potessimo </del>fare al riguardo, <del class="diffchange diffchange-inline">quindi in realtà </del>la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati da caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima e che il nostro equalizzatore a fase minima è in grado di gestire nel tentativo di dominarli. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che probabilmente saremo in grado di ottenere: un bel complemento ai nostri trattamenti acustici, poiché inizieranno il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è uno strumento utile da tenere a portata di mano <del class="diffchange diffchange-inline">per </del>risolvere i nostri problemi acustici, ma potrà essere solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Considerando tutte le limitazioni che abbiamo scoperto oltre ai problemi legati alla fase non-minima, ci potremmo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali nella risposta. Ciò significa che saremo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma<ins class="diffchange diffchange-inline">, </ins>non <ins class="diffchange diffchange-inline">essendoci </ins>niente che <ins class="diffchange diffchange-inline">si può </ins>fare al riguardo, la situazione <ins class="diffchange diffchange-inline">in realtà </ins>non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati da caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima e che il nostro equalizzatore a fase minima è in grado di gestire nel tentativo di dominarli. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che probabilmente saremo in grado di ottenere: un bel complemento ai nostri trattamenti acustici, poiché inizieranno il loro intervento alle basse frequenze <ins class="diffchange diffchange-inline">(o inizieremo a lottare con le loro dimensioni!)</ins>. L’equalizzatore è uno strumento utile da tenere a portata di mano <ins class="diffchange diffchange-inline">nel tentativo di </ins>risolvere i nostri problemi acustici, ma potrà essere solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
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</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l71" >Riga 71:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 71:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Considerando tutte le limitazioni che abbiamo scoperto oltre ai problemi legati alla fase non-minima, ci potremmo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali nella risposta. Ciò significa che saremo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non c’era niente che potessimo fare al riguardo, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati da caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>che il nostro equalizzatore a fase minima è in grado di gestire<del class="diffchange diffchange-inline">. Possiamo usare l’equalizzatore per cercare </del>di <del class="diffchange diffchange-inline">dominare questi picchi</del>. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che probabilmente saremo in grado di ottenere: un bel complemento ai nostri trattamenti acustici, poiché inizieranno il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è uno strumento utile da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi acustici, ma potrà essere solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Considerando tutte le limitazioni che abbiamo scoperto oltre ai problemi legati alla fase non-minima, ci potremmo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali nella risposta. Ciò significa che saremo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non c’era niente che potessimo fare al riguardo, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati da caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima <ins class="diffchange diffchange-inline">e </ins>che il nostro equalizzatore a fase minima è in grado di gestire <ins class="diffchange diffchange-inline">nel tentativo </ins>di <ins class="diffchange diffchange-inline">dominarli</ins>. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che probabilmente saremo in grado di ottenere: un bel complemento ai nostri trattamenti acustici, poiché inizieranno il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è uno strumento utile da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi acustici, ma potrà essere solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
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</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l71" >Riga 71:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 71:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;"><del class="diffchange diffchange-inline">Date </del>le limitazioni che abbiamo scoperto <del class="diffchange diffchange-inline">e con i </del>problemi legati alla fase non-minima <del class="diffchange diffchange-inline">in testa</del>, ci <del class="diffchange diffchange-inline">possiamo </del>domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali <del class="diffchange diffchange-inline">di </del>risposta. <del class="diffchange diffchange-inline">Significa </del>che siamo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non <del class="diffchange diffchange-inline">c’è </del>niente che <del class="diffchange diffchange-inline">possiamo </del>fare <del class="diffchange diffchange-inline">per loro, in nessun caso</del>, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati <del class="diffchange diffchange-inline">dalle </del>caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima, che <del class="diffchange diffchange-inline">l’equalizzatore </del>è in grado di gestire. Possiamo usare l’equalizzatore per cercare di dominare questi picchi. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che saremo in grado di ottenere<del class="diffchange diffchange-inline">. Un buon </del>complemento <del class="diffchange diffchange-inline">per i </del>nostri trattamenti acustici, <del class="diffchange diffchange-inline">da quando iniziano </del>il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è <del class="diffchange diffchange-inline">un buono </del>strumento da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi <del class="diffchange diffchange-inline">di acustica</del>, ma <del class="diffchange diffchange-inline">può rappresentare </del>solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;"><ins class="diffchange diffchange-inline">Considerando tutte </ins>le limitazioni che abbiamo scoperto <ins class="diffchange diffchange-inline">oltre ai </ins>problemi legati alla fase non-minima, ci <ins class="diffchange diffchange-inline">potremmo </ins>domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali <ins class="diffchange diffchange-inline">nella </ins>risposta. <ins class="diffchange diffchange-inline">Ciò significa </ins>che siamo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non <ins class="diffchange diffchange-inline">c’era </ins>niente che <ins class="diffchange diffchange-inline">potessimo </ins>fare <ins class="diffchange diffchange-inline">al riguardo</ins>, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati <ins class="diffchange diffchange-inline">da </ins>caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima, che <ins class="diffchange diffchange-inline">il nostro equalizzatore a fase minima </ins>è in grado di gestire. Possiamo usare l’equalizzatore per cercare di dominare questi picchi. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che <ins class="diffchange diffchange-inline">probabilmente </ins>saremo in grado di ottenere<ins class="diffchange diffchange-inline">: un bel </ins>complemento <ins class="diffchange diffchange-inline">ai </ins>nostri trattamenti acustici, <ins class="diffchange diffchange-inline">poiché inizieranno </ins>il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è <ins class="diffchange diffchange-inline">uno </ins>strumento <ins class="diffchange diffchange-inline">utile </ins>da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi <ins class="diffchange diffchange-inline">acustici</ins>, ma <ins class="diffchange diffchange-inline">potrà essere </ins>solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2887&oldid=prevAdministrator: /* Può l’equalizzatore, esserci di aiuto? */2023-09-15T20:06:29Z<p><span dir="auto"><span class="autocomment">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto?</span></span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 20:06, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l68" >Riga 68:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 68:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;"><del class="diffchange diffchange-inline">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto</del>?</span>===</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;"><ins class="diffchange diffchange-inline">L'equalizzazione aiuta oppure no</ins>?</span>===</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2886&oldid=prevAdministrator il 20:05, 15 set 20232023-09-15T20:05:09Z<p></p>
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<tr style='vertical-align: top;' lang='it'>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 20:05, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l66" >Riga 66:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 66:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">I sistemi che misuriamo, possono essere descritti in due modi: nel dominio della frequenza, dalla loro funzione di trasferimento (risposte di frequenza e di fase), o nel dominio del tempo, dalla loro risposta all’impulso. Essi costituiscono due visioni dello stesso sistema: la funzione di trasferimento è la FFT della risposta all’impulso e la risposta all’impulso è la FFT inversa della funzione di trasferimento. Per studiare come il sistema si comporta e come agisce sui segnali, possiamo esaminarle entrambe. La risposta all’impulso, ha il vantaggio di catturare tutte le informazioni in un unico segnale, il che la pone un gradino sopra alla funzione di trasferimento, anche se non è così immediatamente intuitiva come la risposta in frequenza. Essa invece, ci fornisce prontamente delle informazioni che sono meno facilmente individuabili nella funzione di trasferimento quali le prime riflessioni o il lento decadimento dei modi della stanza. Vale la pena dedicare un po’ di tempo per familiarizzare con la risposta all’impulso e con alcune delle quantità da essa derivate, come l’inviluppo della risposta all’impulso (aka ETC).</div></p></div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">I sistemi che misuriamo, possono essere descritti in due modi: nel dominio della frequenza, dalla loro funzione di trasferimento (risposte di frequenza e di fase), o nel dominio del tempo, dalla loro risposta all’impulso. Essi costituiscono due visioni dello stesso sistema: la funzione di trasferimento è la FFT della risposta all’impulso e la risposta all’impulso è la FFT inversa della funzione di trasferimento. Per studiare come il sistema si comporta e come agisce sui segnali, possiamo esaminarle entrambe. La risposta all’impulso, ha il vantaggio di catturare tutte le informazioni in un unico segnale, il che la pone un gradino sopra alla funzione di trasferimento, anche se non è così immediatamente intuitiva come la risposta in frequenza. Essa invece, ci fornisce prontamente delle informazioni che sono meno facilmente individuabili nella funzione di trasferimento quali le prime riflessioni o il lento decadimento dei modi della stanza. Vale la pena dedicare un po’ di tempo per familiarizzare con la risposta all’impulso e con alcune delle quantità da essa derivate, come l’inviluppo della risposta all’impulso (aka ETC).</div></p></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><ins style="font-weight: bold; text-decoration: none;"></ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto?</span>===</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto?</span>===</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><ins style="font-weight: bold; text-decoration: none;"></ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Date le limitazioni che abbiamo scoperto e con i problemi legati alla fase non-minima in testa, ci possiamo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali di risposta. Significa che siamo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non c’è niente che possiamo fare per loro, in nessun caso, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati dalle caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima, che l’equalizzatore è in grado di gestire. Possiamo usare l’equalizzatore per cercare di dominare questi picchi. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che saremo in grado di ottenere. Un buon complemento per i nostri trattamenti acustici, da quando iniziano il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è un buono strumento da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi di acustica, ma può rappresentare solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Date le limitazioni che abbiamo scoperto e con i problemi legati alla fase non-minima in testa, ci possiamo domandare se l’equalizzatore può rappresentare per noi, una buona soluzione. Però, non tutto è perduto. Il comportamento della stanza a fase non-minima, è collegato con i cali di risposta. Significa che siamo sempre meno in grado di correggere il loro effetto, ma non c’è niente che possiamo fare per loro, in nessun caso, quindi in realtà la situazione non è molto peggiorata. L’aspetto positivo, è dato dai picchi della risposta che sono causati dalle caratteristiche che si trovano saldamente nella regione a fase minima, che l’equalizzatore è in grado di gestire. Possiamo usare l’equalizzatore per cercare di dominare questi picchi. Più in basso si verificheranno, migliore sarà il risultato che saremo in grado di ottenere. Un buon complemento per i nostri trattamenti acustici, da quando iniziano il loro intervento alle basse frequenze. L’equalizzatore è un buono strumento da tenere a portata di mano per risolvere i nostri problemi di acustica, ma può rappresentare solo una piccola parte della soluzione.</div></div></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2885&oldid=prevAdministrator: /* L’importanza di guardare i segnali di tempo. */2023-09-15T20:04:50Z<p><span dir="auto"><span class="autocomment">L’importanza di guardare i segnali di tempo.</span></span></p>
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<tr style='vertical-align: top;' lang='it'>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 20:04, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l63" >Riga 63:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 63:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Questo ci porta come ho detto, a toccare un altro punto: l’importanza di guardare i segnali di tempo e non solo <del class="diffchange diffchange-inline">alle </del>risposte in frequenza. La risposta in frequenza, rappresenta solo la metà della descrizione di ciò che un sistema <del class="diffchange diffchange-inline">fa </del>al segnale che lo attraversa e la risposta di fase è la metà rimanente. Cercare di comprendere i sistemi, guardando alla sola risposta in frequenza, è come cercare di capire un libro leggendo solo le pagine pari. Per capirlo veramente, è necessario leggerle entrambe. Che è però un pò problematico. La risposta in frequenza è abbastanza facile da comprendere, ma la risposta di fase <del class="diffchange diffchange-inline">non svela i suoi segreti così facilmente</del>. Per <del class="diffchange diffchange-inline">farne un corretto uso</del>, finiamo <del class="diffchange diffchange-inline">dando un’occhiata a </del>varie quantità da essa derivate, come il ritardo di gruppo o il ritardo di fase. <del class="diffchange diffchange-inline">E’ </del>complicato, ma esiste un’alternativa.</div><<del class="diffchange diffchange-inline">br</del>></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Questo ci porta come ho detto, a <ins class="diffchange diffchange-inline">voler </ins>toccare un altro punto: l’importanza di guardare i segnali di tempo e non solo <ins class="diffchange diffchange-inline">le </ins>risposte in frequenza. La risposta in frequenza, rappresenta solo la metà della descrizione di ciò che un sistema <ins class="diffchange diffchange-inline">sta facendo </ins>al segnale che lo attraversa e la risposta di fase è la metà rimanente. Cercare di comprendere i sistemi, guardando alla sola risposta in frequenza, è come cercare di capire un libro leggendo solo le pagine pari. Per capirlo veramente, è necessario leggerle entrambe. Che è però un pò problematico. La risposta in frequenza è abbastanza facile da comprendere, ma <ins class="diffchange diffchange-inline">non altrettanto </ins>la risposta di fase. Per <ins class="diffchange diffchange-inline">comprenderla correttamente</ins>, finiamo <ins class="diffchange diffchange-inline">per guardare </ins>varie quantità da essa derivate, come il ritardo di gruppo o il ritardo di fase. <ins class="diffchange diffchange-inline">Diventa tutto più </ins>complicato, ma esiste un’alternativa.</div><<ins class="diffchange diffchange-inline">p</ins>></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">I sistemi che misuriamo, possono essere descritti in due modi: nel dominio della frequenza, <del class="diffchange diffchange-inline">attraverso la </del>loro funzione di trasferimento (risposte di frequenza e di fase), o nel dominio del tempo , <del class="diffchange diffchange-inline">attraverso la </del>loro risposta all’impulso. Essi costituiscono due visioni dello stesso sistema: la funzione di trasferimento è la FFT della risposta all’impulso e la risposta all’impulso è la FFT inversa della funzione di trasferimento. Per studiare come il sistema si comporta e come agisce sui segnali, possiamo <del class="diffchange diffchange-inline">guardare </del>entrambe. La risposta all’impulso, ha il <del class="diffchange diffchange-inline">beneficio </del>di catturare tutte le informazioni in un unico segnale, che la pone un gradino sopra <del class="diffchange diffchange-inline">la </del>alla funzione di trasferimento, anche se non è così immediatamente intuitiva come la risposta in frequenza. Essa invece, ci fornisce delle informazioni che sono meno <del class="diffchange diffchange-inline">identificabili </del>nella funzione di trasferimento quali le riflessioni o il lento decadimento dei modi della stanza. Vale la pena dedicare un po’ di tempo per familiarizzare con la risposta all’impulso e con alcune delle <del class="diffchange diffchange-inline">grandezze </del>da essa derivate, come l’inviluppo della risposta all’impulso (aka ETC).</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">I sistemi che misuriamo, possono essere descritti in due modi: nel dominio della frequenza, <ins class="diffchange diffchange-inline">dalla </ins>loro funzione di trasferimento (risposte di frequenza e di fase), o nel dominio del tempo, <ins class="diffchange diffchange-inline">dalla </ins>loro risposta all’impulso. Essi costituiscono due visioni dello stesso sistema: la funzione di trasferimento è la FFT della risposta all’impulso e la risposta all’impulso è la FFT inversa della funzione di trasferimento. Per studiare come il sistema si comporta e come agisce sui segnali, possiamo <ins class="diffchange diffchange-inline">esaminarle </ins>entrambe. La risposta all’impulso, ha il <ins class="diffchange diffchange-inline">vantaggio </ins>di catturare tutte le informazioni in un unico segnale, <ins class="diffchange diffchange-inline">il </ins>che la pone un gradino sopra alla funzione di trasferimento, anche se non è così immediatamente intuitiva come la risposta in frequenza. Essa invece, ci fornisce <ins class="diffchange diffchange-inline">prontamente </ins>delle informazioni che sono meno <ins class="diffchange diffchange-inline">facilmente individuabili </ins>nella funzione di trasferimento quali le <ins class="diffchange diffchange-inline">prime </ins>riflessioni o il lento decadimento dei modi della stanza. Vale la pena dedicare un po’ di tempo per familiarizzare con la risposta all’impulso e con alcune delle <ins class="diffchange diffchange-inline">quantità </ins>da essa derivate, come l’inviluppo della risposta all’impulso (aka ETC).</div<ins class="diffchange diffchange-inline">></p</ins>></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><del style="font-weight: bold; text-decoration: none;"></del></div></td><td colspan="2"> </td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto?</span>===</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">Può l’equalizzatore, esserci di aiuto?</span>===</div></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2884&oldid=prevAdministrator il 19:24, 15 set 20232023-09-15T19:24:00Z<p></p>
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<tr style='vertical-align: top;' lang='it'>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 19:24, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l58" >Riga 58:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 58:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software di misurazione, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto grande può essere la differenza che la fase può fare, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e un periodo di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non saremmo in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono processati da una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire come appare il segnale, così come guardando alla sola risposta in frequenza di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema sui segnali che lo attraversano. Dobbiamo quindi guardare anche la risposta di fase. Quindi, la risposta del perché il nostro sistema con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, risiede nella risposta di fase. Le risposte della stanza, non sono in massima parte a fase minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci aiuterebbe nella comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che vogliamo (nei limiti che abbiamo già discusso), ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza potrebbero essere uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non vale per la fase. Questo è ciò che significa per una stanza, non essere a fase minima, aver fatto cioè cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di far si che il segnale di tempo assomigli alle sue condizioni iniziali prima di essere catturato dalla stanza, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software di misurazione, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto grande può essere la differenza che la fase può fare, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e un periodo di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non saremmo in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono processati da una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire come appare il segnale, così come guardando alla sola risposta in frequenza di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema sui segnali che lo attraversano. Dobbiamo quindi guardare anche la risposta di fase. Quindi, la risposta del perché il nostro sistema con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, risiede nella risposta di fase. Le risposte della stanza, non sono in massima parte a fase minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci aiuterebbe nella comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che vogliamo (nei limiti che abbiamo già discusso), ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza potrebbero essere uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non vale per la fase. Questo è ciò che significa per una stanza, non essere a fase minima, aver fatto cioè cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di far si che il segnale di tempo assomigli alle sue condizioni iniziali prima di essere catturato dalla stanza, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><ins style="font-weight: bold; text-decoration: none;"></ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">L’importanza di guardare i segnali di tempo.</span>===</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>===<span style="color:#4076c0; text-decoration: underline;">L’importanza di guardare i segnali di tempo.</span>===</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><ins style="font-weight: bold; text-decoration: none;"></ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Questo ci porta come ho detto, a toccare un altro punto: l’importanza di guardare i segnali di tempo e non solo alle risposte in frequenza. La risposta in frequenza, rappresenta solo la metà della descrizione di ciò che un sistema fa al segnale che lo attraversa e la risposta di fase è la metà rimanente. Cercare di comprendere i sistemi, guardando alla sola risposta in frequenza, è come cercare di capire un libro leggendo solo le pagine pari. Per capirlo veramente, è necessario leggerle entrambe. Che è però un pò problematico. La risposta in frequenza è abbastanza facile da comprendere, ma la risposta di fase non svela i suoi segreti così facilmente. Per farne un corretto uso, finiamo dando un’occhiata a varie quantità da essa derivate, come il ritardo di gruppo o il ritardo di fase. E’ complicato, ma esiste un’alternativa.</div><br></div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Questo ci porta come ho detto, a toccare un altro punto: l’importanza di guardare i segnali di tempo e non solo alle risposte in frequenza. La risposta in frequenza, rappresenta solo la metà della descrizione di ciò che un sistema fa al segnale che lo attraversa e la risposta di fase è la metà rimanente. Cercare di comprendere i sistemi, guardando alla sola risposta in frequenza, è come cercare di capire un libro leggendo solo le pagine pari. Per capirlo veramente, è necessario leggerle entrambe. Che è però un pò problematico. La risposta in frequenza è abbastanza facile da comprendere, ma la risposta di fase non svela i suoi segreti così facilmente. Per farne un corretto uso, finiamo dando un’occhiata a varie quantità da essa derivate, come il ritardo di gruppo o il ritardo di fase. E’ complicato, ma esiste un’alternativa.</div><br></div></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2883&oldid=prevAdministrator: /* Perchè la fase è importante? */2023-09-15T19:21:49Z<p><span dir="auto"><span class="autocomment">Perchè la fase è importante?</span></span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 19:21, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l56" >Riga 56:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 56:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software di misurazione, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto grande può essere la differenza che la fase può fare, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e un periodo di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non saremmo in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono processati da una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire come appare il segnale, così come guardando alla sola risposta in frequenza di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema sui segnali che lo attraversano. Dobbiamo quindi guardare anche la risposta di fase. Quindi, la risposta del perché il nostro sistema con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, risiede nella risposta di fase. Le risposte della stanza, non sono in massima parte a fase minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci aiuterebbe nella comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che vogliamo (nei limiti che abbiamo già discusso), ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza potrebbero essere uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non vale per la fase. Questo è ciò che significa per una stanza, non essere a fase minima, aver fatto cioè cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di far si che il segnale di tempo assomigli alle sue condizioni iniziali prima di essere catturato dalla stanza, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software di misurazione, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto grande può essere la differenza che la fase può fare, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e un periodo di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non saremmo in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono processati da una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire come appare il segnale, così come guardando alla sola risposta in frequenza di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema sui segnali che lo attraversano. Dobbiamo quindi guardare anche la risposta di fase. Quindi, la risposta del perché il nostro sistema con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, risiede nella risposta di fase. Le risposte della stanza, non sono in massima parte a fase minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci aiuterebbe nella comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che vogliamo (nei limiti che abbiamo già discusso), ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza potrebbero essere uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non vale per la fase. Questo è ciò che significa per una stanza, non essere a fase minima, aver fatto cioè cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di far si che il segnale di tempo assomigli alle sue condizioni iniziali prima di essere catturato dalla stanza, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>----</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
</table>Administratorhttp://www.rew-wiki.it/index.php?title=I_limiti_dell%27_EQ&diff=2882&oldid=prevAdministrator: /* Perchè la fase è importante? */2023-09-15T19:21:14Z<p><span dir="auto"><span class="autocomment">Perchè la fase è importante?</span></span></p>
<table class='diff diff-contentalign-left'>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black; text-align: center;">Versione delle 19:21, 15 set 2023</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno" id="mw-diff-left-l55" >Riga 55:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 55:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>====<span style="color:#4076c0;">Perchè la fase è importante?</span>====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div>====<span style="color:#4076c0;">Perchè la fase è importante?</span>====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background-color: #f9f9f9; color: #333333; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #e6e6e6; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #ffe49c; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software <del class="diffchange diffchange-inline">per le misurazioni</del>, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la <del class="diffchange diffchange-inline">familiar </del>risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi, possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto <del class="diffchange diffchange-inline">possa essere </del>grande la differenza <del class="diffchange diffchange-inline">di </del>fase, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e <del class="diffchange diffchange-inline">una parte </del>di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una <del class="diffchange diffchange-inline"> </del>risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non <del class="diffchange diffchange-inline">siamo </del>in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono <del class="diffchange diffchange-inline">inviati ad </del>una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire <del class="diffchange diffchange-inline">di quale </del>segnale <del class="diffchange diffchange-inline">si tratta</del>, così come guardando alla sola risposta di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema <del class="diffchange diffchange-inline">sul segnale </del>che lo <del class="diffchange diffchange-inline">attraversa</del>. Dobbiamo quindi guardare <del class="diffchange diffchange-inline">alla </del>risposta di fase. <del class="diffchange diffchange-inline">Così</del>, la risposta del perché il nostro sistema<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, <del class="diffchange diffchange-inline">sta </del>nella risposta di fase. Le risposte <del class="diffchange diffchange-inline">degli ambienti</del>, sono in massima parte a fase <del class="diffchange diffchange-inline">non </del>minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci <del class="diffchange diffchange-inline">sarebbe di aiuto alla </del>comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che <del class="diffchange diffchange-inline">ci piace </del>(nei limiti che abbiamo già discusso) ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza <del class="diffchange diffchange-inline">sono </del>uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non <del class="diffchange diffchange-inline">è vera </del>per la fase. <del class="diffchange diffchange-inline">Per </del>una stanza, essere <del class="diffchange diffchange-inline"> </del>a fase <del class="diffchange diffchange-inline">non </del>minima, <del class="diffchange diffchange-inline">significa </del>aver fatto cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di <del class="diffchange diffchange-inline">ripristinare </del>il segnale di tempo alle sue condizioni iniziali, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div> </div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="color:black; font-size: 88%; border-style: solid; border-width: 1px 1px 1px 4px; border-radius: 0.33em; border-color: #a3d3ff; vertical-align: top; white-space: pre-wrap;"><div><div style="text-align:justify;">Il software <ins class="diffchange diffchange-inline">di misurazione</ins>, misura la funzione di trasferimento del sistema al quale è collegato. La funzione di trasferimento è composta di due parti: la risposta in frequenza e la risposta di fase. I sistemi, possono avere la stessa risposta in frequenza, ma avere effetti completamente differenti sui segnali che li attraversano. La loro differenza sta proprio nella risposta di fase. Come semplice esempio di quanto grande <ins class="diffchange diffchange-inline">può essere </ins>la differenza <ins class="diffchange diffchange-inline">che la </ins>fase <ins class="diffchange diffchange-inline">può fare</ins>, consideriamo i risultati provenienti dalle misure di due segnali molto differenti: un impulso e <ins class="diffchange diffchange-inline">un periodo </ins>di rumore periodico. Entrambi questi segnali, hanno una risposta in frequenza perfettamente piatta e guardando alle loro risposte, non <ins class="diffchange diffchange-inline">saremmo </ins>in grado di distinguerli. I segnali di tempo ovviamente, appaiono completamente differenti. Cosa accade quindi a quelle differenze quando i segnali vengono <ins class="diffchange diffchange-inline">processati da </ins>una FFT per ricavarne la risposta in frequenza? E’ tutto nelle risposte di fase. L’impulso ha fase zero a tutte le frequenze. Il rumore periodico, ha fase casuale. Guardando alla sola risposta in frequenza, non siamo in grado di dire <ins class="diffchange diffchange-inline">come appare il </ins>segnale, così come guardando alla sola risposta <ins class="diffchange diffchange-inline">in frequenza </ins>di una funzione di trasferimento, non siamo in grado di stabilire gli effetti del sistema <ins class="diffchange diffchange-inline">sui segnali </ins>che lo <ins class="diffchange diffchange-inline">attraversano</ins>. Dobbiamo quindi guardare <ins class="diffchange diffchange-inline">anche la </ins>risposta di fase. <ins class="diffchange diffchange-inline">Quindi</ins>, la risposta del perché il nostro sistema con una risposta in frequenza perfettamente piatta, non suona ancora come dovrebbe, <ins class="diffchange diffchange-inline">risiede </ins>nella risposta di fase. Le risposte <ins class="diffchange diffchange-inline">della stanza</ins>, <ins class="diffchange diffchange-inline">non </ins>sono in massima parte a fase minima. La spiegazione tecnica di ciò, probabilmente non ci <ins class="diffchange diffchange-inline">aiuterebbe nella </ins>comprensione del problema, ma il risultato è questo: con la risposta in frequenza, possiamo fare quasi tutto ciò che <ins class="diffchange diffchange-inline">vogliamo </ins>(nei limiti che abbiamo già discusso)<ins class="diffchange diffchange-inline">, </ins>ma la risposta di fase è al di fuori della portata del nostro EQ. Nessuna modifica della risposta in frequenza sull’EQ, avrà effetti corrispondenti sulla risposta di fase, e mentre le regolazioni della risposta in frequenza <ins class="diffchange diffchange-inline">potrebbero essere </ins>uguali ed opposte alla risposta della stanza, la stessa cosa non <ins class="diffchange diffchange-inline">vale </ins>per la fase. <ins class="diffchange diffchange-inline">Questo è ciò che significa per </ins>una stanza, <ins class="diffchange diffchange-inline">non </ins>essere a fase minima, aver fatto <ins class="diffchange diffchange-inline">cioè </ins>cose sulla fase del segnale, che non possono essere replicate nel nostro EQ. Correggere la risposta in frequenza ma non la risposta di fase, significa non essere in grado di <ins class="diffchange diffchange-inline">far si che </ins>il segnale di tempo <ins class="diffchange diffchange-inline">assomigli </ins>alle sue condizioni iniziali <ins class="diffchange diffchange-inline">prima di essere catturato dalla stanza</ins>, nonostante il tempo passato davanti all’EQ per tentare di correggerlo. Abbiamo raggiunto il limite.</div></div></td></tr>
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